E’ stra-noto che Dubai è una città moderna. Nuova, nuovissima. Anzi, a guardarla bene, è ancora in costruzione.
Tantissimo è stato fatto in pochissimo tempo. C’è però un altro particolare. Nonostante la crisi, Dubai World, etc. Ancora è pieno di cantieri.
L’altro ieri uscendo dalla Sheik Zayad ho preso l’uscita per The Residences (zona centralissima a qualche centinaio di metri da Burj Al Kalifa). Alla rotonda a destra. Mi ritrovo in una strada sterrata. Ovviamente questo non sempre a Dubai è indice di aver sbagliato strada. Continuo convinto di ritornare in una zona asfaltata da li a poco. Dopo qualche centinaio di metri mi ritrovo circondato da un gruppo di lavoratori indiani e pakistani. Non come nei film di terrore pronti a sbranarmi e uccidermi a mani nude, tutt’altro. Non mi calcolano proprio. Come se fosse normale passare di li. A questo punto avevo già fatto almeno un paio di chilometri nel fango (la sera prima ha piovuto, evento non molto frequente qui nel deserto, ma sapete com’è: la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo!) ho pensato, “tanto vale continuare”.
Un po’ per curiosità, un po’ perché non c’era molto spazio per fare manovra arrivo in una striscia di terra che attraversa due laghetti artificiali uno in fase di riempimento.
La curiosità di vedere dove va a finire il tutto è troppo forte e continuo in mezzo ai due laghetti sullo sterrrato. Fino a che non incrocio uno scavatore della caterpillar che sta spostando la terra da uno dei due laghetti. Come se niente fosse si ferma per farmi passare, gli faccio cenno di passare e quello procede come se nulla fosse. Come se fosse normale che una macchina qualunque giri nel cantiere. Poco dopo individuo una strada asfaltata che mi immette direttamente su una (auto)strada a 5 corsie. Tutto questo giro senza che nessuno batta ciglio, mi chieda dove sto andando o per lo meno si giri a guardarmi...Misteri di Dubai.
Tantissimo è stato fatto in pochissimo tempo. C’è però un altro particolare. Nonostante la crisi, Dubai World, etc. Ancora è pieno di cantieri.
L’altro ieri uscendo dalla Sheik Zayad ho preso l’uscita per The Residences (zona centralissima a qualche centinaio di metri da Burj Al Kalifa). Alla rotonda a destra. Mi ritrovo in una strada sterrata. Ovviamente questo non sempre a Dubai è indice di aver sbagliato strada. Continuo convinto di ritornare in una zona asfaltata da li a poco. Dopo qualche centinaio di metri mi ritrovo circondato da un gruppo di lavoratori indiani e pakistani. Non come nei film di terrore pronti a sbranarmi e uccidermi a mani nude, tutt’altro. Non mi calcolano proprio. Come se fosse normale passare di li. A questo punto avevo già fatto almeno un paio di chilometri nel fango (la sera prima ha piovuto, evento non molto frequente qui nel deserto, ma sapete com’è: la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo!) ho pensato, “tanto vale continuare”.
Un po’ per curiosità, un po’ perché non c’era molto spazio per fare manovra arrivo in una striscia di terra che attraversa due laghetti artificiali uno in fase di riempimento.
La curiosità di vedere dove va a finire il tutto è troppo forte e continuo in mezzo ai due laghetti sullo sterrrato. Fino a che non incrocio uno scavatore della caterpillar che sta spostando la terra da uno dei due laghetti. Come se niente fosse si ferma per farmi passare, gli faccio cenno di passare e quello procede come se nulla fosse. Come se fosse normale che una macchina qualunque giri nel cantiere. Poco dopo individuo una strada asfaltata che mi immette direttamente su una (auto)strada a 5 corsie. Tutto questo giro senza che nessuno batta ciglio, mi chieda dove sto andando o per lo meno si giri a guardarmi...Misteri di Dubai.
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